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Olio Casella: tra ricordi, emozioni e sensazioni

Di Francesco Lovecchio.

Quando ho assaporato per la prima volta l’Olio Casella prodotto dalle ulive della tenuta del fondo sito nel comune di San Procopio di proprietà della famiglia di Peppe Casella Saletta, sono comparsi nei miei ricordi giovanili alcune istantanee dove appariva mio padre nell’atto di versarmi su una fetta di pane caldo appena sfornato da Mastru Addecu, le prime gocce di olio verde sgorgate dal frantoio dei fratelli Isola al Trodio di Palmi.

In quel tempo le ulive venivano raccolte a mano aspettando che cadessero a terra per maturazione o per le azioni atmosferiche di vento e pioggia, per cui l’acidità risultava quasi sempre molto alta.

Ricordo le donne curve sotto il peso di una capiente sacca legata alla vita (cirmeddha), raccogliere ad una ad una le olive che poi venivano versate in dei sacchi di juta per essere poi trasportate la sera al frantoio, accumulandole nello spazio assegnato dal frantoiano.

La fatica era enorme e veniva alleviata con canti popolari e racconti familiari, specialmente durante la breve sosta di mezzogiorno scandita dalle campane della chiesa di San Francesco, consumando un pezzo di pane col companatico di pomodori o fette di lardo.

Ricordo che guardavo affascinato il moto perpetuo delle due grosse macine del frantoio che gli abili scalpellini creavano estraendole da un enorme blocco di granito, dando la forma di una ruota.

Sentivo l’odore pungente che emanava dall’impasto delle olive schiacciate dalle due ruote sul basamento, anch’esso di granito.

Oggi con l’utilizzo delle reti, la raccolta delle olive ha migliorato notevolmente la qualità del prodotto che diventa soprattutto eccezionale quando vengono utilizzati gli scuotitori che consentono la premitura immediata grazie a sofisticati macchinari.

E Peppe Saletta, che durante la stagione della raccolta delle olive appende per un attimo la toga di avvocato per dedicarsi al fondo di ulivi – anche per ricordare il nome della mamma alla quale ha intitolato l’olio – ha sposato i nuovi metodi di raccolta e le nuove tecnologie dei frantoi introdotti dai fratelli Posterino di San Procopio, creando così un olio raffinato, fatto per gusti raffinati.

La mia sensazione è che questo eccezionale olio, che viene lavorato e prodotto lo stesso giorno del raccolto, annullando così qualsiasi acidità e odori sgradevoli all’olfatto e al gusto, vuole essere il messaggio più genuino di un pezzo di quella Calabria che vuole prepotentemente far emergere le grandi potenzialità umane e produttive di una terra che molto spesso non viene dipinta con i suoi veri colori.