A cura di Antonio Papalia
Il Prof. Giuseppe Patti, ordinario di Cardiologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare presso l’Università Piemonte Orientale, è una delle “punte di diamante” dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Maggiore della Carità di Novara, laddove dirige il Dipartimento Ospedaliero Toraco-Cardio-Vascolare e la Struttura Complessa di Cardiologia 1, coordinando inoltre le Sale Interventistiche di Emodinamica.
Palmese d’origine, rappresenta la Calabria migliore nel mondo accademico della medicina italiana ed internazionale ed ha al suo attivo una vasta produzione scientifica.
Lo abbiamo incontrato, interrogandoci – con lui – sulla relazione tra le proprietà dell’olio extravergine d’oliva e l’apparato cardiovascolare.
Professore, quanto pesa un’alimentazione non corretta nell’incidenza di malattie cardiovascolari?
“Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nei paesi Occidentali, rappresentando circa un terzo di tutti i decessi. Vari studi hanno dimostrato come gli stili di vita inappropriati sono responsabili di circa il 40% delle morti per cause cardiovascolari. Appare evidente come gli stili di vita sono largamente influenzati dal tipo di alimentazione. Un’alimentazione non adeguata pesa, di conseguenza, in maniera importante sul verificarsi delle malattie cardiovascolari”.
Dunque, da uno stile di vita più sano, discende un minore rischio?
“Indubbiamente: l’ottimizzazione della dieta si associa ad una significativa riduzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari, principalmente infarto ed ictus, ed anche ad una minore mortalità per tali patologie. Questo è vero sia per il rischio di un primo evento cardiovascolare, senza averne avuti in precedenza, sia per il rischio di eventi ricorrenti, cioè susseguenti ad un primo infarto o ictus”.
L’olio extravergine d’oliva ha davvero proprietà benefiche?
“Si ed i benefici cardiovascolari dell’olio extravergine d’oliva sono dovuti essenzialmente a due componenti: gli acidi grassi, principalmente monoinsaturi, nello specifico l’acido oleico, che rappresentano più del 95% del peso dell’olio d’oliva, e poi polifenoli e tocoferoli, che ne costituiscono circa il 2%”.
Proviamo a far comprendere ai non addetti ai lavori il funzionamento di questo meccanismo. Come si spiegano gli effetti protettivi a livello cardiovascolare dell’olio extravergine d’oliva?
“Gli acidi grassi, i polifenoli ed i tocoferoli agiscono nella prevenzione cardiovascolare con due meccanismi.
Anzitutto, migliorando il quadro dei fattori di rischio che predispongono all’ictus ed all’infarto: essi infatti incidono sulla riduzione della pressione arteriosa, sul miglioramento del metabolismo degli zuccheri, sulla diminuzione del colesterolo LDL (quello “cattivo”) e sull’aumento del colesterolo HDL (ossia quello “buono”).
In secondo luogo, riducono i meccanismi che direttamente causano le malattie cardiovascolari, in particolare l’elevato stato infiammatorio, lo stress ossidativo, la disfunzione del rivestimento endoteliale che ricopre internamente i vasi arteriosi. Questi meccanismi, appunto contrastati dalle sostanze benefiche dell’olio, facilitano lo sviluppo di placche aterosclerotiche all’interno delle arterie e favoriscono la formazione di coaguli che occludono i vasi, provocando infarto ed ictus”.
Immagino, tuttavia, che l’olio extravergine d’oliva non basti per l’ottimizzazione degli stili di vita alimentari…
“Si, ci sono varie evidenze che indicano come l’assunzione di adeguate scelte dietetiche che riguardano i singoli alimenti non è altrettanto efficace nella prevenzione cardiovascolare quanto l’assunzione di comportamenti dietetici globali, che ottimizzano la dieta in toto.
L’uso sistematico dell’olio extravergine d’oliva è quindi auspicabile che si accompagni all’adozione di una dieta mediterranea completa, che sia ricca di frutta, verdure, farine integrali e frutta secca.
Ognuno di questi alimenti, infatti, potenzia gli effetti benefici cardiovascolari degli altri.”
Grazie, Professore.