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L’ oro giallo

Vento mutevole
di sere settembrine,
annunciava la tua venuta.

Muto e rigoglioso,
avanzavi
tra macchie di vigneti e aranceti.

Voci  di donne
chine a terra,
invocanti la Madonna degli Afflitti,
udivi mischiarsi  al cinguettio  di  uccelli.

Tu, che di virtù e prodigi
splendesti  nella lontana  Grecia,
ti offrivi, a noi,
senza indugio ricolmando
i nostri ardenti cuori.

E così, ceste nere di olive
animavano la via del Calvario,
con intima mitezza.

Annosi e ricolmi olivi,
fragranti aromi, mani levigate
rallegravano  le nostre vite.

Festanti
sorseggiavano
speranzosi di un tuo ritorno.

Tu, eri  il Supremo!
Che sia felice in eterno,
il fiore dal quale
tu germogli.

A te
ridono gli ulivi dell’ Aspromonte
e il cielo rasserenato
sfavilla di luce infinita.

Annamaria Calderazzo