a cura della Dott.ssa M. G. Fava
L’alimentazione rappresenta uno dei leitmotiv primordiali della quotidianità di ogni essere umano, che però può far incorrere nei rischi alimentari di sotto-dosaggio (malnutrizione/denutrizione e anoressia) o sovradosaggio (iperalimentazione e obesità).
La “Dieta Mediterranea” rimane uno dei capisaldi della correttezza dei comportamenti alimentari che si riflettono in ultima analisi sui fattori di rischio modificabili associabili a diverse patologie, oncologiche e non.
Adottare un regime dietetico sano e bilanciato, significa non solo assicurarsi uno schema dietetico dal basso apporto calorico, ma soprattutto consente di alleggerire tutti i processi energetici e del ricambio metabolico, che sono alla base della biochimica alimentare dell’organismo.
Un esempio della rilevanza positiva che può avere una alimentazione sana, come ad esempio la “Dieta Calabrese”, è evidenziato dal fatto che persone affette da Diabete Mellito con invece una buona aderenza a uno stile limentare in linea con i dettami della dieta mediterranea riescono ad ottenere una riduzione del peso corporeo, un miglior controllo glicemico complessivo e riscontrare bassi valori di emoglobina glicata, un minore indice glicemico ed un più basso livello di infiammazione subclinica.
Il miglior controllo della malattia diabetica si riflette in una riduzione del rischio cardiovascolare che supera il 20% circa. La dieta mediterranea, ricca di fibre legate all’introito di frutta, verdura e cereali integrali, previene infatti l’aumento di peso corporeo mimando meccanismi protettivi come il senso di sazietà, o attraverso il basso apporto calorico, il contenimento del picco glicemico post-prandiale, con conseguente riduzione della secrezione insulinica e della lipogenesi. La dieta mediterranea previene l’obesità e l’aumento della circonferenza addominale, contribuendo a conservare una più accettabile immagine corporea di sè e riduce il rischio cardiovascolare e la mortalità ad esso correlata.
L’efficacia di tale regime nutritivo si esercita sul concetto chiave della insulino-resistenza, cioè la diminuita azione che l’insulina esercita sui recettori cellulari, e quindi sui tessuti, a causa di una “resistenza” dei recettori stessi, e della conseguente necessità di un aumento della secrezione di insulina per ottenere i normali effetti da essa prodotti. L’insulino-resistenza è il meccanismo principale alla base dell’insorgenza del diabete mellito di tipo 2 ed il grasso corporeo induce insulino-resistenza: ridurre il grasso corporeo con una dieta ipocalorica è quindi fondamentale per spezzare tale circolo vizioso.
La dieta mediterranea è ricca in polifenoli, sostanze antiossidanti contenute in svariati alimenti, tra cui frutta, verdura, vino rosso, olio d’oliva, legumi, frutta secca. I polifenoli sono la più importante fonte di sostanze antiossidanti e antinfiammatorie che possiamo assumere con l’alimentazione, e contribuiscono in maniera significativa a ridurre l’insulino-resistenza. Con la dieta mediterranea si introducono pure i fitosteroli, composti strutturalmente simili al colesterolo ma privi di capacità aterogeniche, presenti in fibre vegetali, frutta secca, olio d’oliva. A ciò si aggiunge il fatto che la dieta mediterranea è ricca di acidi grassi polinsaturi (come nel
pesce o nell’ olio d’oliva) e povera di grassi saturi, che sono i precursori del colesterolo LDL.
In conclusione, grazie a svariati meccanismi d’azione, la dieta mediterranea appare protettiva non solo nei pazienti con diabete conclamato, ma anche in coloro che risultano a rischio di sviluppare tale patologia, quelli con un’alterata glicemia a digiuno o sospesi nell’anticamera del “pre-diabete”. Queste persone, quando seguono una dieta mediterranea, presentano una riduzione del rischio di andare incontro a diabete di oltre il 70% e una diminuzione del rischio cardiovascolare del 60-80%. Bisogna considerare però che i benefici della dieta mediterranea interessano in generale tutti, anche coloro che non hanno una diagnosi di diabete. Seguire una dieta mediterranea significa assicurarsi una tattica di prevenzione che rimane, pertanto, l’arma principale a nostra disposizione, e il tempo che precede la potenziale insorgenza della malattia in genere la “golden hour” dove agire per cambiare il finale della storia di tante patologie. Ora, immaginate un piatto tipico che ricopre di colori e profumi le tavolate estive di molti abitanti e turisti calabresi, che con fare goliardico si riuniscono per ritrovarsi e raccontarsi dopo le fatiche dell’inverno, un piatto fatto di un mix di “murusanze” locali, che sprigionano raggi d’energia e dove spicca il vermiglio dei pomodorini a ciliegina o il tenue rosato dei più mastodontici costoluti del Pollino, il verde-pallido dei cetrioli degli orti ricavati sulle terrazze a picco delle rive del Tirreno, l’acceso smeraldo del basilico cresciuto sulle balconate soleggiate delle case marine dello Ionio e
infine la regina dei vegetali (titolo certificato dalla preferenza tutta elisabettiana esibita sulle tavole royal di Buckingham Palace), Sua Maestà La Cipolla Rossa di Tropea, con i suoi colori cangianti e le nuance fucsia-viola e il suo cuore puro bianco-latte, tutto condito da un abbondante dorato olio extravergine, ottenuto dalla raccolta e lavorazione delle olive prodotte dai secolari uliveti della Piana. Solo a guardarlo, questo piatto è già un tripudio di salute! La cipolla rossa di Tropea, già in voga ai tempi dei Fenici, dei Greci e dei Babilonesi, un prodotto che rappresenta un inno organolettico di componenti nutrizionali benefici della dieta secondo
l’etichettatura da indicazione geografica protetta, “calabrese”, ricca di vitamine, di minerali, di polifenoli, di quercetina, e di tanti altri prodotti anti-ossidanti e di fattori anti-invecchiamento, che possiedono un’ azione sinergica protettiva anche sul microcircolo e sul trofismo vascolare, oltre che un’ azione antidiabetica puramente chimica e anticolesterolemica, è pure traboccante di proprietà diuretiche, antibiotiche, antinfiammatorie, antiparassitarie e perfino antiproliferative. La Cipolla Rossa di Tropea con le sue innumerevoli proprietà oltre che visive specie nutritive e salutiste, che se mangiata cruda, magari affettata sul tagliere di legno di ulivo, come le movenze di una pratica arcaica che nei paesi calabresi viene trasmessa già ai più piccoli in un apprendistato di tradizioni tramandate sul cibo del benessere, dentro lo scrigno degli usi ed abitudini locali che
caratterizzano e uniscono una larga fetta di territorio, si dimostra ricca di proprietà omeopatiche e quasi magiche, che qui in Calabria meglio si evidenziano se si sposa appunto proprio e solo con l’Olio Extravergine di Oliva!